Competenze per la vita, competenze per la carriera, competenze per l'inclusione
DOI:
https://doi.org/10.31637/epsir-2025-1721Palabras clave:
disabilità, inclusione, lavoro, ICF, soft skills, diversity management, lavoro di rete, ambienteResumen
Introduzione: La prospettiva dell’Agenda 2030, nel complesso panorama delle diversità, ha imposto una revisione delle politiche di intervento nei confronti delle persone con disabilità, per lo sviluppo di progetti, attività e metodologie finalizzati alla loro valorizzazione e realizzazione professionale. Metodologia: La metodologia utilizzata è la ricerca-azione, intesa come processo sociale che permette di promuovere best practices, coniugando la dimensione teorica del modello biopsicosociale e la parte più operativa applicata ai meccanismi di inserimento lavorativo mirato. Risultati: Le conclusioni confermano l’importanza di linguaggi codificati e condivisi nella strutturazione di interventi che riducano il divario tra capacità e perfomance della persona con disabilità, all’interno di un determinato contesto lavorativo. Approfondimento: è stata avviata una riflessione sulla reale percezione dell’incidenza dei fattori ambientali in relazione alla componente “Attività e Partecipazione” dell’ICF, declinata nell’area delle abilità trasversali per evidenziare facilitatori e barriere su cui i Diversity Manager aziendali possano intervenire per favorire percorsi di inclusione nei contesti lavorativi. Conclusioni: L’ICF supporta interventi mirati che, partendo da un’analisi dettagliata dei contesti, riducono lo svantaggio delle persone con disabilità causato dalla mancanza di risorse, opportunità o adattamenti dell’ambiente.
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